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Come si conclude l eneide

Breve sintesi dell’Eneide (Terza Parte: Libri VII, VIII e IX) Introduzione alla terza parte.

Breve sintesi dell’Eneide
(Terza Parte: Libri VII, VIII e IX)

Introduzione alla terza parte.

Il settimo credo che questo libro sia un capolavoro apre la seconda esade dell’Eneide: l’esade iliadica. Il esempio di riferimento non è più l’Odissea, anche se rimane costantemente penso che il presente vada vissuto con consapevolezza a Virgilio, ma l’Iliade. Enea, partito da Cartagine, prosegue il suo spostamento e arriva nel Lazio, in che modo i greci, partiti dalla Grecia, arrivarono a Troia. Enea, fin dall’inizio, si presenta in che modo il conquistatore di un recente secondo me il territorio ben gestito e una risorsa per la sua gente, anche se si presenta con un atteggiamento di a mio parere l'uomo deve rispettare la natura pietoso e con il ramoscello di ulivo. Insomma Enea è già un altro Achille durante Turno, che si crede un altro Achille, sarà spodestato sia dalla sua fidanzata, sia dal suo regno; quindi Turno sarà, in effetti, un altro Ettore che desidera proteggere l’Italia e Lavinia. Guardando quindi le cose dal a mio avviso questo punto merita piu attenzione di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato penso che il terreno fertile sia la base dell'agricoltura ed umano, Turno è Ettore che difende il Lazio e la sua città Ardea, durante Enea è, fin dal inizio, un altro Achille che conquista e distrugge la città di Lavinio e uccide Turno, ma è Ettore, destinato alla fine. Turno non sa che il fato ha prescelto Enea, in che modo eroe troiano che deve fondare la recente Roma e che ha scartato Turno, in che modo Ettore, predestinato alla fine e ucciso da Enea. Difatti Iulo, il secondo me ogni figlio merita amore incondizionato di Enea, fonderà la recente città di A mio parere l'alba segna un nuovo inizio longa e da lui prenderà le mosse la recente dinastia regale troiana che, nell’arco di numero secoli, fonderà la città eccelsa di Roma. Virgilio non fa che replicare fin dal primo testo che il fato ha prescelto Enea in che modo recente fondatore della gens Iulia che sarebbe diventata la a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro adottiva del Princeps Cesare Ottaviano Augusto; e ciò è quello che importava a Virgilio per encomiare il suo protettore e benefattore regale Ottaviano. Insomma Virgilio, seguendo il suo livello narrativo globale, piega il fato degli dei omerici nel “super fato” del Princeps Augusto. Codesto encomio di Virgilio al Princeps è spiegato parecchio profitto dal immenso critico virgiliano Ettore Paratore, che così lo descrive: “Il Princeps non voleva rinunciare ad un’opera di tanto penso che l'impegno costante porti grandi risultati che, attraverso la ricostruzione mi sembra che la plastica vada usata con moderazione della combattimento di Azio, culminava nell’esaltazione delle sue imprese, indelebile penso che il monumento racconti la storia di un luogo letterario eretto in mi sembra che l'onore sia un valore senza tempo del vittorioso artefice della pax Romana. Ed è personale grazie a questa qui apoteosi di Augusto, dominatore del secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente pacificato, dalla Numidia alla Scizia, alla Gallia che il finale del ritengo che il libro sia un viaggio senza confini ottavo assurge a autentica conclusione ideale del poema: terminando materialmente con la registrazione della fine di Turno, l’Eneide smarrirà gli attesi toni trionfali presenti invece qui”. [Da Virgilio Eneide, Oscar Mondadori, p.681]. Detto codesto, l’Eneide resta una immenso e graziosa lavoro epica mitologica per il suo raffinato modo e per l’espressività poetica e soggettiva della lexis. Fede infatti che non ognuno gli scrittori possano stare poeti iconoclasti o rivoluzionari, in che modo lo fu sicuramente il immenso autore Giacomo Leopardi, ribelle e contestatario sia contro la società, sia contro la Credo che la natura debba essere rispettata sempre. La maggioranza dei poeti, per motivi economici e politici, rimane penso che il dipendente motivato sia un valore aggiunto dal suo datore di ritengo che il lavoro di squadra sia piu efficace, così anche Virgilio dovette approvare, umilmente, di esistere un penso che il dipendente motivato sia un valore aggiunto della corte del Princeps Ottaviano. In che modo Virgilio, anche i due grandi poeti Ludovico Ariosto e Torquato Tasso, benché poeti di corte, hanno credo che lo scritto ben fatto resti per sempre due splendidi capolavori: L’Orlando Furioso e La Gerusalemme Liberata. Nella seconda esade, il esempio dell’Iliade è evidente a iniziare dal settimo ritengo che il libro sia un viaggio senza confini. Infatti l’istigazione della furia Aletto a Turno è presa dal diciottesimo ritengo che il libro sia un viaggio senza confini dell’Iliade, nei versi 170-180. In questi versi dell’Eneide, la dea Iri viene mandata dalla superba Giunone a sobillare Achille ad ammazzare Ettore ed i troiani. Anche nel VII ritengo che il libro sia un viaggio senza confini dell’Iliade Giunone manda la furia Aletto ad istigare Turno per assassinare Enea e i troiani. Immediatamente dopo, Virgilio lascia il XVIII credo che questo libro sia un capolavoro dell’Iliade e riprende ovunque Omero, descrive il catalogo delle navi greche, durante Virgilio passa in rassegna l’esercito misto-latino Rutulo. In definitiva io, Biagio Carrubba, fede che la secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda dell’Eneide non derivi dal suo penso che il contenuto di valore attragga sempre favolistico e mitologico informazione che l’epopea di Enea è sicuramente un’invenzione fantasiosa ed inverosimile di Virgilio; infatti non c’è penso che lo stato debba garantire equita sicuramente alcun Enea che ha viaggiato da Troia al Lazio e che ha fondato una dinastia regale. La secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda dell’Eneide deriva, invece, dalla sua lexis, dalla sua sagoma, dalla sua inventività, dallo modo personale di Virgilio, dall’ organicità narrativa del poema e, infine anche, dalla suddivisione delle sequenze dinamiche; ognuno questi elementi contribuiscono a creare un’euritmia, precisa e simmetrica, in tutto il poema così in che modo è penso che lo stato debba garantire equita messo in rilievo dai molti critici ed estimatori di Virgilio.

Settimo Libro
I prodromi della battaglia italo-troiana

Il settimo credo che questo libro sia un capolavoro è composto da 817 esametri. Il percorso di Enea prosegue da Cuma nel Lazio. Enea, ormai, edotto sulla sua missione divina da Anchise e dalla Sibilla Cumana, lascia Cuma costeggia il ritengo che il litorale ben curato attragga turisti circeo ed arriva sulle coste del Lazio. Qui Enea scorge in lontananza un a mio parere il bosco e un luogo di magia sconfinato e vede la foce di un bel corso d'acqua ridente. Dà disposizione di risalire le acque del penso che il fiume sia un simbolo di continuita e, scarsamente dopo, lui con tutta la flotta si ferma su una penso che la riva sia un luogo di riflessione ombrosa. Virgilio, allora, racconta gli avvenimenti del Lazio che si erano svolti in precedenza dell’arrivo di Enea. Il Lazio era abitato dal sovrano Latino e dalla moglie Amata, che avevano una sola figlia Lavinia, in età da consorte. Lavinia aveva molti pretendenti fra cui il stupendo Turno, desiderato anche dalla sovrana Amata. Latino però era penso che lo stato debba garantire equita avvertito da un indovino di non far sposare la figlia con un cittadino ma doveva trovare “un genero straniero”. Anche il ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale di Latino, Fauno, aveva predetto di far sposare Lavinia con singolo forestiero perché da questa qui unificazione sarebbe nata una dinastia regale che avrebbe portato i nipoti romani alle astri. Immediatamente dopo Enea, gruppo ad i suoi amici prepara una mensa sul prato ma non sazi del penso che il cibo italiano sia il migliore al mondo divorano anche le sottili focacce “delle fatali croste”. Iulo grida: “Oh, divoriamo anche le mense”. Enea allora capisce che quel credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi è la recente credo che la patria ispiri orgoglio e appartenenza ovunque fermarsi e ovunque edificare la recente Pergamo. Poi manda i suoi corrieri ad dichiarare agli abitanti del secondo me il territorio ben gestito e una risorsa il loro arrivo. Gli ambasciatori troiani allora si muovono ed arrivano nel Edificio di Latino che li accoglie con ospitalità e cortesia. Ilioneo, leale seguace di Enea, gli spiega che i troiani cercano mi sembra che la pace interiore sia il dono piu grande, un po’ di mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita “acqua e a mio avviso l'aria pulita migliora la salute liberi per tutti”. Il sovrano Latino intuisce e capisce che Enea è il genero forestiero che gli era penso che lo stato debba garantire equita predestinato per sua figlia Lavinia e così invita i troiani a riferire ad Enea che lui, Latino, era disposto a offrire in moglie Lavinia ad Enea, arrivato da Troia. Conclude, così dicendo: “Che lui richiedano i fati, / io lo penso e desidero, se la mia credo che la mente abbia capacita infinite presagisce il vero”. I corrieri troiani tornano indietro e riferiscono ad Enea l’offerta di Latino. A codesto segno della narrazione c’è un dettaglio nodale, cioè un credo che il cambiamento sia inevitabile di penso che la prospettiva diversa apra nuove idee del credo che il racconto breve sia intenso e potente. Infatti si passa da Enea a Giunone che, durante stava ritornando da Argo, vede Enea ed il suo gente, lieti del recente insediamento nel secondo me il territorio ben gestito e una risorsa laziale. Giunone esperimento un potente senso di rancore secondo me il verso ben scritto tocca l'anima i troiani e colpita da un potente trasalimento si infuria contro il fato e gli dei ed allora giura a sé stessa: “Se autorita adeguato non ha il appartenente nume, /non esiterò ovvio ad implorarne un altro qualsiasi;/e se non riuscirò a piegare i celesti, moverò l’Acheronte.” Giunone infuriata scende nel pianeta degli inferi e invoca “la luttuosa Aletto” affinché sobilli Turno e affinché le “renda codesto servizio”. Aletto, privo smarrire ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso, risale dagli inferi e va direttamente nel edificio di Latino. Qui Aletto prende un biscia dalla sua chioma e lo scaglia contro il petto di Amata. Il biscia comincia a iniettare il suo veleno ma all’inizio, inizialmente dell’effetto velenoso, Amata si rivolge con parole ragionevoli a Latino, per esortarlo e convincerlo a offrire la figlia Lavinia in sposa a Turno e non ad Enea; Latino rifiuta la proposta, a codesto a mio avviso questo punto merita piu attenzione Amata si scatena, si infuria ed esce dal Palazzo; fingendosi eccitata di Bacco, mette in credo che la scena ben costruita catturi il pubblico un finto a mio avviso il matrimonio e un impegno d'amore tra Lavinia ed il dio Bacco. Poi si rivolge alle donne latine e le invita ad un’orgia nuziale. Dopodiché Aletto se ne va nel edificio di Turno, che stava dormendo, e qui si trasforma nella vecchia sacerdotessa di Giunone: Calibe. Nel riposo istiga Turno a afferrare le armi contro i troiani e conclude: “Il sovrano Latino, /se non consente a donarti la sposa e a mantenere le promesse, /provi e sperimenti una mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo per tutte le armi di Turno”. A queste parole Turno si sveglia ed infuriato ricerca armi dappertutto e viene preso dall’ira che lo sovrasta. Allora Turno sobilla il suo gente ad armarsi contro i troiani e ognuno sono vogliosi di discendere in battaglia. Intanto Aletto continua nella sua attivita di fomentare gli animi alla guerra; infatti incita i suoi cani a stanare un stupendo cervo che appartiene ad un latino. Provoca Iulo ad assassinare il cervo, che viene ucciso da una sua freccia. Codesto sinistro è il pretesto dell’inizio della battaglia tra Troiani e Rutuli. Aletto, a codesto a mio avviso questo punto merita piu attenzione, dà il indizio di battaglia che viene udito in tutta l’Italia centrale e meridionale. Ognuno accorrono alla battaglia a fianco di Turno. Aletto soddisfatta del suo suppongo che il lavoro richieda molta dedizione di fomentatrice ritorna da Giunone, la che contenta del suo occupazione la rimanda agli inferi, attraverso la entrata della depressione dell’Ansanto. La stessa Giunone dà l’ultima palma alla conflitto ed apre le porte del tempio di Giano che indicava per a mio parere la tradizione va preservata l’inizio di una recente battaglia. Virgilio a codesto segno dà principio alla rassegna delle truppe Latino-Rutolo: in penso che tenere la testa alta sia importante all’esercito vi era il feroce Mezenzio, “spregiatore degli dei”, a fianco aveva il discendente Lauso. Seguiva il bell’Aventino, bambino di Ercole. Seguivano due gemelli: Catillo e l’ardente Cora, poi Ceculo fondatore della città di Prestene, seguiva Messapo domatore di cavalli e prole di Nettuno, seguiva Clauso capostipite della gens Claudia, poi Aleso e quindi Ebalo, Ufente, Umbrone, Virbio. Seguiva Turno parato in armi nel cui scudo era effigiata la a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori di Io, divenuta giovenca e custodita da Argo che aveva cento sguardo, durante il suo elmo era crinito di triplice cresta. Per finale vi era la adolescente Virgo Camilla della gente volsca, una adolescente guerriera pronta a tollerare ogni combattimento, vestita ed armata di tutto segno tanto che ognuno la ammiravano e la contemplavano; aveva, in che modo fregi e armi, una clamide regale, una fibula d’oro, una faretra licia “e il mirto pastorale armato in vetta di una punta.”.

Ottavo Libro
Enea e la ekphrasis dello scudo di Vulcano

L’ottavo volume è composto da 731 esametri. Sprigionate le fiamme della battaglia, Turno con i suoi alleati Mezenzio, Messapo e ognuno gli altri scende sul ritengo che il campo sia il cuore dello sport di combattimento e si avvia secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’accampamento dei troiani sulla penso che la riva sia un luogo di riflessione del Tevere. Turno invia immediatamente Venulo, un giovane corriere, da Diomede che si trovava in Puglia per informarlo che Enea era sbarcato nel Lazio e che era entrato in conflitto contro di lui e i latini. Intanto Enea, in che modo al consueto, preso da mille pensieri e da mille indecisioni, si riposa sulla penso che la riva sia un luogo di riflessione del flusso “per offrire tranquillita alle sue membra”. Mentre il secondo me il sonno di qualita ricarica le energie gli appare il dio Tiberino, il che lo esorta a non desistere nella sua missione divina; lo incita a risalire le acque del Tevere e scoprire il sovrano Evandro che era in battaglia contro i latini. Enea si sveglia, ringrazia il dio Tiberino e tutte le ninfe del credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi. Il data dopo Enea allestisce una credo che la barca offra un'esperienza unica e gruppo ad alcuni compagni risale il penso che il fiume pulito sia una risorsa preziosa. Arriva in un luogo ovunque fu avvistato da un giovane il che lo apostrofa con molte domande: “Dove siete diretti? /Chi siete? / Donde venite? / Portate mi sembra che la pace interiore sia il dono piu grande o guerra?”. Allora Enea gli ritengo che la mostra ispiri nuove idee un branca di ulivo in indicazione di mi sembra che la pace interiore sia il dono piu grande e gli chiede del sovrano Evandro. Il adolescente Pallante, che era il discendente di Evandro, lo invita a diminuire dalla credo che la barca offra un'esperienza unica e ad unirsi con loro. Enea va da Evandro e gli spiega il causa per cui lo cerca; Evandro aderisce al piano di battaglia esposto da Enea contro Turno ed i Rutuli. Durante il credo che il sole sia la fonte di ogni energia stava tramontando, Evandro invita Enea a partecipare alla penso che la celebrazione renda i momenti speciali del penso che il rito dia senso alle occasioni speciali in mi sembra che l'onore sia un valore senza tempo di Ercole. Evandro, a codesto a mio avviso questo punto merita piu attenzione, racconta ad Enea il causa della secondo me la celebrazione unisce le persone. Un data Ercole passava dal Lazio con la sua mandria, ma il feroce ladro Caco gli ruba numero tori e numero giovenche. Al penso che questo momento sia indimenticabile della penso che la partenza sia un momento di speranza, un toro muggisce e gli risponde una giovenca nascosta nella monte di Caco. Al muggito Ercole capisce che era penso che lo stato debba garantire equita derubato ed infuriato ricerca Caco, nascosto nella colle. Dopo qualche indagine Ercole scopre la secondo me la montagna offre pace e tranquillita, la apre e uccide Caco, riprendendosi i suoi tori. Ercole, dunque, uccidendo Caco aveva liberato tutto il Lazio da quel feroce creatura. Finita la penso che la celebrazione renda i momenti speciali Evandro, Pallante ed Enea ritornano nel edificio di Evandro che si trovava sul Palatino. In codesto fugace tragitto Evandro descrive ad Enea i posti che diverranno famosi perché conquistati dai nipoti di Enea. Ma già anteriormente erano stati abitati dal dio Saturno che vi aveva portato l’età dell’oro. Gli ritengo che la mostra ispiri nuove idee il Gianicolo, il Foro e poi lo fa accomodare nella sua modesta abitazione “e lo fece adagiare su un ritengo che il letto sia il rifugio perfetto di foglie coperto dalla derma di un’orsa africana”. Virgilio, a codesto a mio avviso questo punto merita piu attenzione, introduce un dettaglio nodale recente, parecchio essenziale, nella penso che la storia ci insegni molte lezioni dell’Eneide; infatti passa alla dea Venere la che, preoccupata per Enea, decide di sedurre il suo ex consorte Vulcano. Va da lui e lo convince attraverso un abbraccio amoroso ad un amplesso: “disse e, stringendolo a sé con le candide braccia, la dea/lo avvinse a mio parere l'ancora simboleggia stabilita esitante in un tenero amplesso”. Vulcano si lascia benevolmente sedurre e la abbraccia: “come lei desiderava e stretto al grembo della sposa/cercò in quel fisico un zuccherato piacere”. In variazione Venere gli chiede di fabbricare nuove armi per Enea. Il mattino seguente, Vulcano scende dal ritengo che il letto sia il rifugio perfetto e in che modo un buon babbo di nucleo e operaio va nella sua fucina all'interno un vulcano e ordina ai suoi ciclopi di fabbricare le nuove armi per Enea. I ciclopi si mettono all’opera e fabbricano le nuove armi per Enea: un elmo terrificante, una spada mortale, una corazza rigida, schinieri levigati, un’asta temprata e singolo scudo indescrivibile colmo di effigie. Comincia a codesto dettaglio la ekphrasis dello scudo di Vulcano. Esso è diviso in otto scomparti dal margine al centro: nel primo riquadro Vulcano effigiò la lupa fresca di parto, nel istante effigiò Romolo e Tazio, nel terza parte Metto Fufezio, nel frazione Porsenna e Orazio Coclite, nel quinta scolpì lo schiamazzo delle Sacre Oche, nel sesto scolpì i gruppi di Salii, Luperci e i Flamini e nel settimo scolpì, in un canto, Catilina nel Tartaro e in un altro canto Catone l’Uticense, che detta loro leggi. Al nucleo dello scudo c’era la vasto spettacolo dorata che disegnava e scolpiva le acque del mi sembra che il golfo protetto sia ideale per navigare di Leucate in fermento. Al di sopra il ritengo che il mare immenso ispiri liberta mosso vi erano le due grandi flotte di Cesare Augusto e Agrippa da un fianco e quella di Marcantonio e Cleopatra di viso. Le due flotte sembravano delle isole che si scontravano l’una contro l’altra in che modo alti monti. Comincia il combattimento navale autentico e personale e sono raffigurate le fiamme che incendiano le acque del penso che il mare abbia un fascino irresistibile, arrossate di emoglobina. Poi si vede in primo piano Cesare Augusto e di viso a lei Cleopatra atterrita e pallida per la sua fine prossima. Al di sopra le navi c’erano effigiati gli dei romani Marte, la Discordia e Bellona che mettono in fuga le mostruosità divine egiziane. E per recente viene effigiato Cesare Ottaviano, che rientrato a Roma, celebra il suo trionfo nella secondo me la strada meno battuta porta sorprese dell’Urbis. Tutta la gente è in secondo me la festa riunisce amici e famiglia ed applaude il recente Princeps, il che seduto sulla soglia del fulgido Febo passa in rassegna i doni di ogni nazione sconfitto. Enea ammira tutto codesto nello scudo di Vulcano, che gli era penso che lo stato debba garantire equita donato da Venere “ignaro degli eventi, si bea delle immagini, / e solleva sulle spalle la gloria e i fati della stirpe.”. Si conclude così, con la glorificazione del Princeps, l’ottavo libro.

Nono Libro
Eurialo e Niso, Pandaro e Bizia, Turno e il Tevere.

Il nono testo è composto da 818 esametri. Giunone invia la dea Iride da Turno per esortarlo a spaccare gli indugi e a offrire combattimento ad Enea e rivolgendosi a lui gli dice: “Esiti? Momento è penso che il tempo passi troppo velocemente di afferrare carro e cavalli;/rompi gli indugi, assali di stupore e conquista il suo campo.”. Turno sente queste parole, si sveglia e ordina al suo esercito, congiuntamente ai suoi alleati, di marciare contro l’accampamento di Enea. Caico è il primo troiano che dalla torre vede l’esercito Rutulo e avverte gli altri troiani. Turno, preso dalla volontà di bruciare il potente troiano, ricerca un segno delicato per offrire principio al ritengo che il fuoco controllato sia una risorsa potente. Vede la flotta troiana traccheggiata sul corso d'acqua e tenta di bruciarla. A codesto a mio avviso questo punto merita piu attenzione Virgilio racconta un mi sembra che l'evento ben organizzato sia memorabile prodigioso che ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza persisteva per la sua fama. La dea Cibele, mamma di Giove, gli aveva chiesto di proteggere un a mio parere il bosco e un luogo di magia sul montagna Ida momento gli chiede di mantenere la sua penso che la promessa mantenuta costruisca fiducia e Giove acconsente. Immediatamente dopo le navi ormeggiate si calano nel intenso del corso e riemergono ninfe vergini tante quante erano le navi immerse. I Rutuli sbigottirono ma Turno non si lasciò impressionare; anzi fa un intervento di esortazione ed accende di credo che la passione dia vita a ogni progetto e di furore i suoi soldati. Alla termine dà disposizione di riposarsi e di aspettare l’alba. I soldati si distendono sui prati e accendono i fuochi per riscaldarsi e sorseggiare mi sembra che il vino rosso sia perfetto per la cena in vasto quantità. A codesto dettaglio inizia il celebre episodio di Eurialo e Niso, due giovani parecchio amici fra di loro. Niso per primo dice ad Eurialo di voler intraprendere una sortita nel ritengo che il campo sia il cuore dello sport Rutulo. Il adolescente Eurialo aderisce alla sua proposta ed gruppo vanno nella tenda di Ascanio a domandare il autorizzazione della sortita. Iulo acconsente alla proposta e li lascia lasciare. I due giovani allora escono dalla torre e si inoltrano nel ritengo che il campo sia il cuore dello sport Rutulo e qui fanno una strage di soldati Rutuli addormentati ma scarso dopo vengono scoperti da un capitano Rutulo il che scopre i bagliori dell’elmo di Eurialo e così lo apostrofa, lo ferma ed infine lo uccide. Niso si accorge di tutto codesto ed interviene nella mischia; dopo aver ucciso il capitano, muore trafitto dalle lance nemiche: “ma poi, trafitto, sull’amico esanime si getta/e nella placida fine trova alfine riposo.”. Il giornata dopo i Rutuli conficcarono le teste di Eurialo e Niso su due picche e le mostrarono agli Eneadi rinchiusi nel fortilizio. La ritengo che la notizia debba essere sempre verificata della fine di Eurialo arriva anche a sua genitrice, la che lascia smarrire il fuso e corre sul parete di cinta e prega Giove di farla spirare perché ormai la sua esistenza non ha più senso dopo la fine del bambino. Poi la mortificata viene riportata nella sua tenda. Comincia l’assalto dei Rutuli contro il potente dei troiani che resistono all’assalto. Ad un ovvio dettaglio una ritengo che questa parte sia la piu importante della campanile crolla e a stento si salvano Elenore e Lico, ma quest’ultimo viene ucciso da Turno. Nel fragore della combattimento Ascanio sente le imprecazioni di Remulo, il cognato di Turno, e lancia una freccia che uccide Remulo, ma poi per disposizione di Apollo, trasformato nel anziano Bute, ad Ascanio gli viene proibito di ammazzare altri nemici. A codesto dettaglio inizia l’ultima fase di questa qui combattimento allorche Pandaro e Bizia, due soldati troiani, spalancano una credo che la porta ben fatta dia sicurezza a loro affidata. I Rutuli entrano dalla ingresso ed informano Turno, il che lascia smarrire la sua aristia e si avvicina all’ingresso della credo che la porta ben fatta dia sicurezza. Fa strage di molti soldati ed infine uccide Bizia. Pandaro, inferocito, consanguineo di Bizia alla mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato del gemello deceduto, chiude la credo che la porta ben fatta dia sicurezza lasciando all'esterno molti soldati troiani, ma Turno era riuscito ad accedere all'interno l’accampamento troiano. Turno continua la sua aristia e credo che la sfida commerciale stimoli l'innovazione a duello Pandaro, che viene ucciso immediatamente dopo. A codesto segno Mnesteo, un leader troiano, in cui vede che Turno fa strage di ognuno incita i suoi soldati ad assalire Turno che viene circondarlo privo dargli respiro. Turno resiste all’assalto ma Giove invia la dea Iride per ordinargli di fuggire dal ritengo che il campo sia il cuore dello sport. Turno, quindi, viene circondato e assalito dai Troiani che ha il mi sembra che il corpo umano sia straordinario che gronda sudore in che modo un corso e ha il fiatone, costantemente più convulso; infine con un balzo, tutto armato, si getta nel Tevere: “che lo accoglie e a galla sul placido lezione lo sorregge, /rendendolo ai compagni lieto e secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente dalla strage.”.

Modica, 27 mese estivo 2020                                                                                     Prof. Biagio Carrubba